Perché un’infezione può durare anche dopo le cure antibiotiche?

Capita a molte persone di essersi sottoposte a terapie antibiotiche o antifungine per una cistite, una vaginite o una bronchite e di non riuscire a liberarsi dai disturbi anche a distanza di mesi. Talvolta gli esami di laboratorio non evidenziano più alcun batterio o fungo, tanto che non si comprende come mai i sintomi non debbano sparire.

IN VERITA’, LE TERAPIE ANTIBIOTICHE POSSONO NON DISTRUGGERE COMPLETAMENTE I MICRORGANISMI MA ATTACCARNE SOLO ALCUNE COMPONENTI, COME LA PARTE SUPERFICIALE DEL MICRORGANISMO.

Quando viene distrutta solo la parte superficiale di un batterio o di un fungo – parete cellulare – sulla quale si trovano gli “antigeni” , questi diventa irriconoscibile per il sistema immunitario. Si vengono così a creare delle forme batteriche o fungine “senza parete cellulare”, ancora in grado di provocare malattia, ma che non possono più essere attaccate dal sistema difensivo del corpo.

La situazione può essere aggravata dall’uso contemporaneo ed indiscriminato di anti-infiammatori, che, come dice il nome, diminuiscono la reazione infiammatoria dell’organismo. L’infiammazione, anche se percepita come spiacevole, è di vitale importanza come barriera per impedire la penetrazione di germi e di sostanze nocive e, pertanto, non andrebbe totalmente inibita, ma solo modulata e mitigata.

La moderna Omeopatia utilizza in forma diluita e “potenziata” piccole frazioni delle pareti batteriche o fungine, per stimolare il sistema immunitario nei confronti dei microrganismi senza parete cellulare, i quali, diversamente, non potrebbero venire eliminati.

Un altro problema che puo’ verificarsi in corso di terapie antibiotiche, è il cambiamento continuo dei batteri che determinano, ad esempio, un’infezione ginecologica o della vescica. In questi casi, anche se si debella radicalmente un batterio, e si eseguono gli esami batteriologici accuratamente, vi è sempre un nuovo batterio che mantiene l’infezione.

La soluzione non sta nell’individuare nuovi micorganismi e cambiare antibiotico ma nel rafforzare l’individuo dal punto di vista psicologico, metabolico ed energetico.

L’Omeopatia, in questi casi, si occupa del ‘terreno’ sul quale si instaura l’infezione e non del batterio specifico.

SE LE INFEZIONI SI RIPRESENTANO CONTINUAMENTE è perché precedenti malattie infettive non sono state curate correttamente.

L’uso sconsiderato e troppo frequente degli antibiotici, antifebbrili ed antinfiammatori può essere alla base della cronicizzazione delle infezioni e dovrebbe essere limitato ai casi estremi.

Bisogna tenere presente che le terapie farmacologiche non sono le uniche a poter contrastare un’influenza, una cistite o una bronchite e che spesso l’omeopatia o la fitoterapia possono benissimo aiutare.

Inoltre, nei casi in cui sia stato necessario usare gli antibiotici, si possono prevenire i problemi descritti utilizzando, anche in un secondo tempo, la moderna omeopatia.

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